Noi siamo animali sociali.

Abbiamo bisogno di creare relazioni con le altre persone. Ma quanto reali e sincere sono le nostre parole quando comunichiamo?

Ti senti capito, ascoltato, supportato quando parli con qualcuno?

Sei capace di capire, ascoltare e supportare chi ti chiede aiuto?

In Parlarsi potresti trovare le risposte a tutte queste domande.

Buona lettura!

5 min.

MAPPE MENTALI

Ti lasciamo qui la mappa mentale costruita mentre leggevamo Parlarsi da scaricare.

Non ti spaventare! Se ti sembra troppo grande e piena di contenuti non serve che la guardi tutta in una volta. Prova a concentrarti su un solo ramo per cominciare e vedi se riesci a capire e ricordare qualcosa, senza strafare.

Ricordati che imparare cose nuove deve essere piacevole, non stressante :)

Parlarsi – Eugenio Borgna

TRAMA

Nel libro Parlarsi Eugenio Borgna, docente e psichiatra, tratta uno dei temi più importanti della vita di ogni persona, cioè la comunicazione.

Prima di tutto vengono illustrati i diversi linguaggi attraverso cui è possibile entrare in relazione con gli altri e, successivamente, viene spiegato come si comunica al giorno d’oggi, in una società fatta di dispositivi tecnologici e social media.

Con parole dirette e sincere, Eugenio Borgna delinea il quadro della nostra vita quotidiana e offre degli spunti di riflessione fondamentali per chiunque voglia imparare (o tornare) a comunicare con gli altri in modo profondo e concreto.

RIASSUNTO

ARGOMENTO 1 – LA COMUNICAZIONE

Nella prima parte del libro, l’autore definisce la Comunicazione, quella autentica, viva e attiva. Comunicare non significa semplicemente parlare con qualcuno, ma vuol dire entrare in relazione profonda e sincera con noi stessi e con gli altri, condividere conoscenze ed esperienze personali e, soprattutto, immedesimarsi nei pensieri e nelle emozioni dell’altro.

Ci sono due tipi di comunicazione: quella razionale e quella emozionale. La prima è quella in cui vengono trasmessi dei contenuti senza coinvolgere le emozioni, le lezioni a scuola ne sono un esempio. La comunicazione razionale da sola non è capace di creare dialogo e relazione, perché, senza la sua controparte emozionale, manca la possibilità di crescere e conoscersi profondamente.

È indispensabile, dunque, la comunicazione emozionale, che si attiva quando cerchiamo di capire l’emotività degli altri e riconosciamo che, nonostante le nostre differenze individuali, viviamo tutti nella stessa condizione umana.

ARGOMENTO 2 – COME COMUNICARE

La comunicazione avviene attraverso 3 diversi linguaggi. Il primo è quello delle parole: esse possono creare relazioni solo se sono profonde, sincere, ricche di emozioni e rispettose del tempo interiore di ogni individuo.

Nella comunicazione è fondamentale immedesimarsi nell’altro perché, se non lo si fa, si rischia di dire parole che possono ferire le persone. È molto difficile provare a capire i pensieri e le emozioni di chi ci circonda, ma è importante farlo, per allenarci ad usare parole gentili, che rafforzino i legami invece di spezzarli.

Un buon allenamento è quello di chiedersi: cosa vorrei sentirmi dire io in questa situazione?

Per comunicare, però, le parole non sono sufficienti. Queste devono sempre essere in equilibrio con altri due linguaggi: quello del silenzio e quello del corpo vivente.

Il silenzio è una lingua a sé, ricchissima di significati sempre diversi. Esso serve per scandire i tempi della comunicazione, riflettere, assimilare le parole dette e legarle a delle emozioni. Stare in silenzio diventa indispensabile nella quotidianità, perché è l’unico modo per entrare nella nostra interiorità e, di conseguenza, conoscere meglio sia noi stessi che gli altri.

Assieme al silenzio, l’altra esperienza indispensabile è la solitudine, che permette di allontanarsi dalla vita quotidiana e di concentrarsi sul proprio mondo interiore. La solitudine non è da confondere con l’isolamento: mentre quest’ultimo porta la persona a chiudersi in se stessa, la solitudine permette di creare relazioni profonde, perché è aperta al mondo esterno.

Il terzo linguaggio, quello del corpo vivente, è composto da tutto ciò che comunichiamo con il nostro corpo e, spesso, ci permette di esprimere pensieri ed emozioni impossibili da spiegare a parole. Il volto ne è un chiaro esempio: con le espressioni del viso riusciamo a “dire” cose che a voce non sapremmo esporre.

ARGOMENTO 3 – COMUNICARE NELLA VITA QUOTIDIANA

Le nostre giornate sono ricche di incontri, che possono diventare relazioni profonde e sincere. Nella società in cui viviamo, però, i rapporti tra le persone sono fortemente influenzati dal mondo digitale, che ostacola la vera e umana comunicazione.

Nelle famiglie, a scuola e nelle altre occasioni sociali nessuno ha più tempo per ascoltare, sperimentare il silenzio e la solitudine, usare parole emozionali e tentare di capire gli altri. La televisione e i social media dominano i dialoghi tra le persone e i discorsi che ne escono sono vuoti e superficiali.

La scuola, in particolare, non solo non sta al passo con la rapida evoluzione della società, ma anzi è infastidita da questo sviluppo e, di conseguenza, risponde rallentando ancora di più i ritmi. La scuola è, ormai, totalmente estranea alla realtà che viviamo ogni giorno; essa non è più il luogo in cui si diffonde la conoscenza, ma diventa il posto in cui proteggersi da quest’ultima.

ARGOMENTO 4 – COMUNICARE NELLE DIVERSE ETÀ

In Parlarsi  si spiega che ogni fascia d’età ha il suo modo di comunicare. Gli adolescenti, ad esempio, utilizzano parole e gesti che sono influenzati dalla tv e da internet, quindi il loro linguaggio è veloce e ripetitivo, gli argomenti sono spesso superficiali e manca il tempo per riflettere. La comunicazione degli adulti, invece, è monotona, priva di emozioni e molto tecnica. Infine il linguaggio degli anziani dipende da come essi si sono relazionati nel corso della loro vita: le loro parole possono creare relazioni profonde e sincere solo se in passato si sono dedicati all’ascolto, alla riflessione, alla solidarietà, alla speranza ecc.

Parlarsi - Eugenio Borgna

ARGOMENTO 5 – COMUNICAZIONE DIGITALE

I dispositivi tecnologici hanno trasformato (e continuano a farlo) il modo di relazionarsi. Nella comunicazione digitale non c’è passato o futuro, c’è solo un attimo presente, che non lascia tracce nella vita interiore delle persone.

L’essere sempre collegati online dà l’impressione di poter fare e sapere tutto, in qualsiasi momento, ma c’è differenza tra le informazioni che si trovano in rete e la conoscenza. Le informazioni sono un insieme di dati che ci vengono scagliati addosso continuamente e noi non abbiamo il tempo di memorizzarli, elaborarli o controllare la loro autenticità.

La nostra quotidianità è dominata dagli schermi, che continuano a mostrarci delle immagini che noi confondiamo con la realtà. Gli eventi della vita vengono vissuti come fossero spettacoli e le persone confondono il reale con il virtuale, arrivando a non sapere più cosa è vero e cosa è falso.

ARGOMENTO 6 – COMUNICARE IN MALATTIA

Secondo l’autore chi è malato, sia a livello fisico che mentale, vede la vita sotto una prospettiva diversa e, di conseguenza, si relaziona con gli altri in modo particolare.

Una malattia del corpo condiziona anche la sfera psicologica e umana della persona: quest’ultima soffre, sperimenta la solitudine e sente che il suo fisico la sta ostacolando. Le malattie, soprattutto quelle gravi, sono un modo per riconnettersi con la propria interiorità, perché danno l’occasione di riflettere sulla vita e sulla morte, su che cosa è veramente importante e cosa, invece, è superficiale e si può lasciare andare.

Con la malattia psichica comunicare diventa ancora più complicato rispetto a quella fisica. In effetti, quando una persona soffre di depressione perde completamente la relazione con gli altri, si chiude nella sua malinconia e non ha più attese e speranze per il futuro. L’autore afferma che la comunicazione può essere la cura al dolore mentale, proprio perché si ricreano i legami e, di conseguenza, ci si relaziona in modo positivo, profondo e reale con il mondo esterno e con quello interno.

Per il paziente in terapia la figura del medico è fondamentale: quest’ultimo deve avere la capacità di entrare in relazione con chi soffre e questo è possibile solo se è disposto ad ascoltare, a dedicare del tempo al malato, a sforzarsi di usare parole, emozioni e gesti nel modo giusto.

TEMI DEL LIBRO:

  • Definizione di Comunicazione
  • Come mettersi in relazione con gli altri
  • I linguaggi della comunicazione: parole, silenzio, corpo vivente
  • Parole che curano e parole che feriscono
  • Solitudine VS isolamento
  • Creare relazione grazie alla solitudine
  • Imparare ad ascoltare
  • Immedesimarsi negli altri
  • Usare i gesti: viso e corpo
  • La comunicazione in famiglia, a scuola, nella società
  • La comunicazione nelle diverse età
  • La comunicazione digitale VS la vera comunicazione
  • Comunicare per curare/ per essere curati