In quel preciso istante, quando stai per cedere, per scoppiare, quando senti che il tuo termometro sta per esplodere puoi mettere in atto una delle seguenti strategie (non sono le uniche, ce ne sono sicuramente anche altre, che puoi ricercare/inventare/sperimentare):
- SPOSTARSI FISICAMENTE
Uno stratagemma utile è proprio allontanarsi. Quando spazio e tempo diventano soffocanti, quando il tuo spazio vitale è compromesso e non riesci a respirare, la situazione ti sta sfuggendo di mano e stai per indossare dei panni che non ti piacciono e che ti farebbero sentire in colpa in un momento successivo, spostati. Cambia stanza, edificio, strada, punta lo sguardo da un’altra parte; poi respira a fondo e recuperati. Prenditi il tempo che ti serve per centrarti per poi ritornare e dare una chiusura accettabile o, meglio, serena.
- CHIEDI
Chiedi con onestà e gentilezza un momento di pausa, uno stacco per poter riprendere coscienza di te. Basta un po’ di silenzio, un po’ di spazio tra voi per poter respirare o muoverti, così da far abbassare l’emozione nel tuo termometro e così poter riprendere la discussione, il lavoro o qualsiasi altra situazione in atto.
- RENDI LA TUA MENTE UNA GRANDE ALLEATA
Se non puoi mettere in atto le prime due strategie oppure le hai provate e non funzionano per te, prova a fare questo esercizio mentale. Ti avverto che più lo sperimenterai e più darà i sui frutti, proprio come un allenamento sportivo.
Prima di tutto ti chiedo di sganciarti dal pensare che cosa le altre persone possono pensare di te nel momento in cui usi una strategia per ritrovare l’equilibrio e centrarti. Prendi le affermazioni colpevolizzanti e spostale, non sono te (stai fuggendo dalle tue responsabilità, resta fermo immobile finché non termina la discussione, sei debole se te ne vai, sei una persona davvero snob, …).
Prendi un immagine felice e serena che hai inciso nel profondo dentro di te, che è inserita come perla incastonata nel tuo bagaglio personale.
Recupera la parola legata a quell’immagine ed usala ad hoc. Nel mio caso ho ancorato dentro di me, nel profondo del mio sentire la magnolia in fiore, come ti ho raccontato all’inizio di questo mio dialogare con te.
Bene … ce l’hai? E se la tua mente che sente non ha ancora portato nulla ai tuoi occhi … cerca ancora.
Quando hai quel simbolo che per te non solo significa serenità ed equilibrio, ma ti fa sentire e respirare meglio e ti calma, allora usalo in questo modo: quando senti che ti stai caricando di un’emozione forte che non ti permette di mantenerti centrato e lucido, senza pensarci troppo con la tua voce pronuncia questa semplice frase “Io sono …” (Nel mio caso “Io sono una magnolia”).
Cosa succede? Hai appena detto al tuo cervello che cosa fare, ossia ricordare. Il ricordo porta alla mente subito il sentire legato al ricordo e questo ti permette di riprendere sin da subito una parte dell’autocontrollo perso.
Fai poi cinque bei respiri profondi, di quelli che riempiono pancia e polmoni, se vuoi/puoi chiudi gli occhi.
Bene, ora dovresti riuscire a portare a termine la discussione, l’interrogazione, il compito, la tua giornata.
Con queste “semplici” strategie ricordi a te stesso che gli eventi esterni non devono avere la meglio su di te, ma sei tu che, attrezzandoti ed allenandoti, sfrutterai ciò che ti accade per rafforzarti, imparare, rialzarti, migliorare, arricchirti, aiutarti ed aiutare: sarai sicuramente la miglior versione di te stesso.
Siamo giunti al termine di questo nostro stare insieme. Per ringraziarti di essere qui in questo momento, ti lascio un pensiero di Mata Amritanandamayi (Amma):
“E benché il vento soffi da una sola parte, le barche a vela su un lago vanno in direzioni diverse.
Tutto dipende dal modo in cui la vela viene orientata.
Noi non decidiamo la direzione del vento ma possiamo decidere l’orientamento della nostra vela”.