Sin da quando siamo piccoli ci preparano al futuro, a pensare e prendere decisioni in base a ciò che avverrà, a ciò che è ‘meglio’. Ma su cosa si basano veramente le nostre scelte di vita?

Tu cosa volevi fare da grande quando eri piccolo/a?
Come sono cambiati i tuoi sogni, gli obiettivi e le aspirazioni nel tempo?

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cosa vuoi fare da grande?

Mentre crescevo, mi venivano rivolte costantemente questo tipo di domande: “cosa farai dopo le medie?”, “cosa farai dopo le superiori?”, “cosa farai dopo l’università?”, “che lavoro vuoi fare da grande?”, “ma troverai lavoro in quel settore?”. Il tutto veniva contornato poi da affermazioni come: “scegli bene, mi raccomando, perché da questo dipenderà il tuo futuro”, “assicurati di fare un percorso di studi che ti porti ad avere un lavoro sicuro e ben pagato”, “pensa a fondo al tuo futuro e prendi decisioni in base a ciò che è più conveniente”.

Ho sempre sentito un certo disagio in questo tipo di frasi, probabilmente perché io ero tanto giovane e mi venivano rivolte da adulti che, dal mio punto di vista, sapevano esattamente ciò che dicevano e sapevano molto di più sulla vita rispetto a me.

A mio parere, la classica domanda “cosa vuoi fare da grande?” è divertente finché sei piccolo, finché hai una fantasia strabiliante e tutto sembra possibile. Avete presente quando i bambini rispondono che vogliono diventare astronauti, principi/principesse, piloti di aerei o cantanti? Ecco, mi riferisco proprio a questa magica fase della vita, chiamata ‘infanzia’. Ma quando cominci a crescere e, piano piano, entri nel mondo degli adulti, tutto cambia completamente e non hai la più pallida idea di cosa farai nelle ventiquattro ore successive… figuriamoci da grande.

cosa vuoi fare da grande?

Mentre ero adolescente, le domande sul mio futuro erano quelle che temevo di più: avevo paura che le mie idee fossero sbagliate o stupide, avevo la sensazione che avrei sbagliato strada o dimenticato di calcolare qualcosa di importante e mi sarei ritrovata incastrata in una vita triste, guardando le altre persone realizzarsi prima di me. Ogni volta che dovevo prendere decisioni importanti, rimanevo bloccata per un po’, sempre per la paura di fare la scelta sbagliata. Non riuscivo proprio a capire come alcuni miei coetanei potessero essere già così sicuri di quello che volevano studiare o del lavoro che avrebbero fatto dopo la scuola. Pensavo “non è possibile scegliere solo una cosa da fare per tutta la vita”. In effetti, com’è possibile prendere una direzione e continuare su quella strada per sempre? Come posso io, a 17 anni, scegliere una sola cosa per il resto della vita?

Negli ultimi anni mi sono posta tante domande, mi sono guardata dentro e ho cercato di trovare delle risposte. Ora che sono un po’ più grande, ho capito che questa idea di fare le cose in modo organizzato e lineare non c’entra nulla con la vita reale.

Il percorso di crescita di una persona è ingarbugliato, pieno di incroci e deviazioni e sono più le volte in cui si è confusi che quelle in cui si sa davvero cosa si sta facendo. Ma la cosa fondamentale da capire, secondo me, è che va bene che sia così.

La verità è che puoi aver frequentato il liceo artistico, esserti laureato in Matematica e poi finire a fare il botanico. Puoi non avere alcun titolo di studio e costruirti la tua conoscenza tramite l’immensa quantità di libri che esiste ora a portata di mano. Puoi cambiare lavoro ogni anno. Puoi comprarti un terreno con qualche risparmio, costruirti una casetta, coltivare il tuo cibo ed essere autosufficiente (P.S. c’è già un sacco di gente che lo sta facendo ed è ancora viva e vegeta).

cosa vuoi fare da grande?

Prima ho detto che quando si è bambini tutto ci sembra possibile. In effetti, lo è davvero. Il problema è che quando diventiamo adulti veniamo spenti e fermati dalle regole della società, dalle tradizioni e dalla cultura. Ci viene imposto uno schema prestabilito come fosse la ricetta perfetta per una vita felice, le cui tappe sono omologate e ripetibili all’infinito: costruirsi una buona carriera lavorativa, avere un compagno o una compagna, sposarsi e avere dei figli prima che sia troppo tardi, comprare una casa, avere una stabilità economica, delle sicurezze… Nessuna deviazione, nessuna inversione a “U”, nessun incrocio.

Ci ripetono tutti di fare i seri, di stare con i piedi per terra, di essere razionali e giudiziosi. Io, invece, sono convinta che la soluzione stia nel raggiungere il giusto equilibrio. Si può essere realisti senza dover rinunciare alle proprie aspirazioni, responsabili ma anche coraggiosi, razionali e sensibili allo stesso tempo, maturi ma anche sognatori.

Ora, non sto dicendo che tutti dovrebbero mollare qualsiasi cosa stiano facendo per vivere come degli hippie ( però se volete fatelo;) ). Tutti sappiamo che la vita è fatta anche di sacrificio, di responsabilità e di doveri. Vorrei solo far notare che perseguire ciecamente sicurezza e stabilità ci priva costantemente della possibilità di essere felici o soddisfatti o sereni, perché nulla è veramente fermo e immutabile.

Quando c’è qualcosa nella nostra esistenza che non ci piace, credo che dovremmo trovare il coraggio di cambiarla invece di aggrapparci disperatamente a delle false certezze, come fossimo dei granchietti sugli scogli. Sarà sicuramente complicato, ma credo costi meno affrontare il cambiamento, piuttosto che vivere una vita che non ci appartiene.

“Qualunque decisione tu abbia preso per il tuo futuro, sei autorizzato, e direi incoraggiato, a sottoporla ad un continuo esame, pronto a cambiarla, se non risponde più ai tuoi desideri.” (Rita Levi Montalcini)