Anche se ci piacerebbe essere immuni alle critiche, la verità è che spesso ci facciamo influenzare non solo dai giudizi degli altri, ma anche da quelli creati da noi stessi.

Ci diciamo che non siamo capaci e ascoltiamo chi ci dice che le nostre idee non hanno senso… e purtroppo finiamo per crederci!

Cosa possiamo fare quando ci sentiamo schiacciati sotto il peso dei giudizi? Quando siamo paralizzati e non capiamo se stiamo sbagliando tutto?

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mai sottovalutare gli Outsiders

Se ti piace il mondo dell’arte, allora ti consiglio di proseguire la lettura, perché ciò che scoprirai in questo articolo sicuramente non lo troverai nei libri tradizionali. Se, invece, l’arte non ti interessa particolarmente, ti suggerisco ugualmente di leggere le prossime righe, perché non parlerò della storia dell’arte che insegnano a scuola, ma di una ben più intrigante e affascinante.

Un paio di giorni fa, ho deciso di prendere per mano un libro che mi è stato regalato ad un mio compleanno e che non avevo ancora avuto modo di aprire. Sentivo proprio la necessità di staccare la spina e di immergermi in qualche strano mondo misterioso e un po’ assurdo e quel libro era davvero perfetto.

In  “Outsider2” (sequel di “Outsiders”), Alfredo Accatino racconta le vite di alcuni dei personaggi più travolgenti e accattivanti del mondo dell’arte, che, purtroppo, sono anche le personalità meno conosciute al giorno d’oggi.

Gli Outsiders, in effetti, sono gli emarginati, quelli che sembrano trovarsi sempre nel posto e nel momento sbagliati, che non sono molto apprezzati e spesso vengono fraintesi.

Per farti un esempio, hai presente quei film americani che hanno come protagonisti degli adolescenti? Di solito nelle loro scuole ci sono sempre almeno due categorie di studenti. Una di queste è formata da ragazzi e ragazze “popolari”, cioè quelli sempre alla moda, simpatici e divertenti; tutti vogliono essere loro amici e cercano in ogni modo di diventare parte di questo gruppetto VIP. L’altra categoria, all’estremo opposto, è costituita dai loser: i perdenti, gli “sfigati”, tutti quelli considerati non abbastanza simpatici o divertenti o alla moda od originali. Magari vengono esclusi perché portano gli occhiali, perché sono dei nerd o per qualsiasi altro motivo.

Ecco, questi ultimi sono degli Outsiders, cioè persone diverse e non conformi alle tendenze del momento.

Ma torniamo al libro.

Pagina dopo pagina, mi diventava sempre più chiaro che in arte, come anche in storia, in filosofia, in fisica, in scienze, in letteratura ecc., c’è sempre un racconto ufficiale, che sembra così lineare e pulito ( quello fatto di persone importanti che hanno fatto cose importanti, per capirsi) e poi c’è un intreccio di narrazioni secondarie, molto più complesso e mai del tutto chiaro.

Hai presente Frida Kahlo? La pittrice messicana più famosa del secolo scorso e, probabilmente, di sempre?

Ho scoperto che c’è stata un’altra artista messicana vissuta proprio nello stesso periodo e negli stessi posti di Frida, che ha frequentato lo stesso gruppo di artisti e ha vissuto vicende simili.

Maria Izquierdo, questo è il suo nome, è stata un’artista di grande talento della prima metà del 1900 e la prima donna messicana a tenere una mostra personale negli Stati Uniti, nel 1930. Le sue opere d’arte sono piene di emozione, mostrano le sofferenze della sua vita e la sua lotta continua, in quanto donna e in quanto artista del XX secolo.

Dopo aver letto questo, la domanda che mi è balzata in testa è stata: ma perché Frida Kahlo è diventata famosissima a livello internazionale e sulla sua vita sono stati creati documentari, mostre, esposizioni e film, mentre Maria Izquierdo ha avuto il suo momento di gloria, certo, ma poi la sua memoria è finita in un buco nero?

Maria Izquierdo, Sueño y Presentimiento, 1947

Non fraintendermi, Frida è stata una grande artista, ma Maria non era da meno.

Riflettendo un po’ più a fondo su questa faccenda, mi sono resa conto che forse la domanda che mi stavo ponendo poteva essere sbagliata.

Forse il punto non è chi diventa famoso e chi, invece, no.

Il diventare famosi è un’eccezione e può dipendere da diversi fattori, come, ad esempio, le tendenze del momento, oppure la fortuna ( o il caso, o l’intervento dell’universo o di qualsiasi altra entità) di trovarsi nel posto e nel momento giusti.

Forse il punto è che non è necessario finire sui giornali o in TV o su un libro di storia per poter dire di valere qualcosa.

“L’arte non esiste esistono le persone” scrive Alfredo Accatino nella prefazione del libro.

Tra le pagine di “Outsider2”, in effetti, non ho trovato gente famosa, ho letto le storie di persone reali, che hanno avuto una vita complicata e per tanti versi assurda, hanno sofferto e hanno lottato per ciò in cui credevano.

Non posso fare a meno di pensare, a questo punto, che essere Outsider non sia poi così negativo.

Prova a rifletterci un attimo: anche se, a primo impatto, gli Outsiders sono visti come gli sfigati del momento, gli emarginati che nessuno vuole, non credi sia straordinario il fatto che abbiano seguito le loro passioni e fatto ciò che amavano, anche se non era di moda e non veniva tanto apprezzato?

Capita anche a te, a volte, di avere un’idea o di voler fare qualcosa che ti piace davvero, ma, subito dopo, pensi che probabilmente sia inutile, stupido o senza senso?

Troppo spesso, forse, ci lasciamo influenzare e demoralizzare dai giudizi, sia quelli degli altri che quelli creati da noi stessi. A volte siamo troppo autocritici e siamo sempre pronti a evidenziare i difetti, invece di notare i pregi.

Cosa fare, allora, quando non sappiamo bene se siamo sulla strada giusta? Tentiamo o lasciamo perdere?

Beh, come dice il maestro Yoda a Luke Skywalker in Star Wars – L’Impero colpisce ancora, “Fare o non fare. Non c’è provare!”.

L’unico modo per scoprire dove ci porteranno una certa idea o un determinato percorso è agire, perché questo è ciò che ci permette di andare avanti, verso quello che cerchiamo e desideriamo.

Gli Outsiders e il maestro Yoda, quindi, mi hanno insegnato che mettermi in azione mi permetterà di scegliere la mia strada, di essere responsabile, autonoma e di arrivare dove voglio, anche se costa fatica e sforzo. Se scelgo di non agire, invece, sto lasciando agli altri il potere di decidere chi devo essere e cosa posso o non posso fare e questa sicuramente non è la ricetta per la felicità.

Come in arte non esistono solo il pittore e lo scultore famosi, ma anche chi lavora il legno o il vetro o il ferro, chi crea oggetti d’arredamento improbabili, chi è un po’ pazzo e incompreso e chi crea opere che non piacciono a nessuno, allo stesso modo le persone hanno infiniti modi di essere e di esprimersi nella vita. Ed è proprio questo il bello.