LEZIONE 1 – LA SCUOLA DELL’ABBRACCIO
In questo primo capitolo l’autrice racconta il suo cambio di direzione grazie all’incontro decisivo con un bambino di soli 9 anni.
Indagando sul funzionamento degli emisferi cerebrali durante l’apprendimento, si è scoperto che ogni attività cognitiva corrisponde ad un tracciato emozionale: ciò significa che il cervello mentre pensa, sente.
Negli ultimi anni la warm cognition (nuovo filone di ricerca) ha scoperto che esiste un rapporto stretto tra cognizione ed emozioni.
Si può dunque comprendere come le emozioni scrivano nella memoria l’informazione legata al processo cognitivo: se esse sono positive la persona sarà spinta naturalmente ad imparare ancora, se invece si prova paura/colpa/vergogna il bambino sarà portato ad evitare tutte le situazioni simili a quella sperimentata.
Cosa fare, dunque, per evitare questo cortocircuito emozionale?
Qui entra in gioco il ruolo fondamentale dell’insegnante. Un docente alleato, che sa usare in modo ottimale gli interruttori emozionali (l’abbraccio, la voce, la carezza e il tocco, lo sguardo e il sorriso, la voce, l’allegria), saprà dar vita ad una scuola che toglie la sofferenza dell’errore, trasformandola in incoraggiamento, aiuto e consapevolezza di sé.
LEZIONE 2 – SBAGLIANDO S’IMPARA
In questo secondo capitolo si affronta il significato dell’errore nel processo di apprendimento.
Il nostro cervello ha una caratteristica fondamentale che è la neuroplasticità: essa consiste nella capacità di modificare le strutture e le funzioni cerebrali, reagendo ad una molteplicità di fattori che si presentano. Visto, quindi, che i neuroni si modificano in risposta allo stimolo, l’esperienza ci modella in continuazione, di conseguenza l’apprendimento “incide” il cervello, dando vita a continue e nuove connessioni neuronali.
Quando siamo di fronte a dei disturbi specifici di apprendimento (DSA), la plasticità del cervello permette di compensare le difficoltà, migliorando e “normalizzando” le prestazioni.
L’errore, con questo cambio di prospettiva, diventa necessario per comprendere dove la persona che apprende ha incontrato un ostacolo, ha faticato; da qui l’insegnante può trovare e fornire strategie e soluzioni per superarlo, correggendo gli errori e sfruttando in modo migliore i talenti che ognuno ha.
Il docente, ancora una volta, è un professionista che aiuta, che si allea con il bambino contro l’errore, che infonde fiducia e non ha paura del giudizio. Si occupa e preoccupa di creare e mantenere un ambiente sereno, dove le emozioni positive si legano ai processi cognitivi e le nozioni, che vengono riposte nei cassetti della memoria, creano benessere: il maestro, così, in-segna, lascia il segno, favorendo l’intelligenza.
LEZIONE 3 – VERSO IL SUCCESSO SCOLASTICO
Studiare è una gran fatica e il percorso scolastico è lungo ed impegnativo. Per riuscire ad impegnarsi fino in fondo, uno studente deve trovare dei buoni motivi per farlo e questo è un compito della scuola.
Studiare significa plasmare la propria persona e ciò che si studia nutre il nostro Sé.
Si può ben comprendere come sia fondamentale star bene a scuola ed essere sicuri che le persone credano nelle nostre capacità e potenzialità.
È importante fare esperienza di successi scolastici, che richiedano, però, una giusta dose di impegno. Il docente può aiutare lo studente progettando e proponendo attività stimolanti, sfidanti, ma non impossibili, incoraggiando e sostenendo il processo di apprendimento: in questo modo colui che apprende sentirà di potercela fare, migliorerà la sua resistenza al lavoro, non si percepirà sbagliato di fonte all’errore e proverà nuove strade per superare gli ostacoli.